26 Gen E’ giunta al termine la sospensione dei termini per le agevolazioni prima casa
Nel momento in cui si acquista un’abitazione che soddisfa i requisiti prima casa, sono previste delle agevolazioni fiscali, diverse a seconda che il venditore sia un privato o una impresa.
Nello specifico:
- se il venditore è un privato o una impresa che vende in esenzione Iva, l’acquirente sarà tenuto a versare, oltre alle imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 50 euro ciascuna, una imposta di registro agevolata del 2% in luogo dell’ordinario 9%;
- se il venditore è un’impresa con vendita soggetta ad Iva, quest’ultima sarà calcolata applicando l’aliquota del 4% in luogo del 10%. Saranno dovute altresì le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna.
La norma prevede un preciso arco temporale, a partire dalla data di acquisto della nuova abitazione, entro il quale il contribuente deve adempiere a specifici impegni, al fine di godere e mantenere il beneficio legato al pagamento di minori imposte:
- nel termine di 18 mesi, è necessario che stabilisca la propria residenza nel Comune in cui sorge l’abitazione acquistata;
- è necessario non alieni l’immobile prima casa nei successivi cinque anni, salvo doverne riacquistare un altro con i medesimi requisiti prima casa entro un anno;
- nel termine di un anno è necessario alieni la “vecchia” prima casa, nel caso in cui, al momento dell’acquisto della “nuova” prima casa, il soggetto fosse il proprietario di un altro edificio acquistato a sua volta beneficiando delle riduzioni contributive.
Data l’emergenza sanitaria globale scoppiata nei primi mesi del 2020 e le misure restrittive a cui siamo stati soggetti, il Decreto Liquidità aveva previsto una sospensione dei termini legati agli adempimenti necessari a mantenere i benefici prima casa.
In buona sostanza, se il termine per adempiere ad uno dei tre obblighi summenzionati ricadeva tra il 23 febbraio e il 31 dicembre 2020, lo stesso termine veniva sospeso.
Dal 1° gennaio 2021 i termini hanno ripreso a decorrere.
Tuttavia, le misure restrittive relativamente agli spostamenti da un Comune ad un altro continuano a persistere, indi per cui si ritiene che la difficoltà nel “cercare” casa, piuttosto che la difficoltà di relazionarsi con gli enti competenti per effettuare le dovute comunicazioni necessarie al cambiamento della residenza, permangono. Per tali motivi, si auspica che il Governo ritorni sui suoi passi protraendo tale sospensione dei termini anche al 2021.