Vinted tassa le vendite di abiti usati? – la DAC7

La DAC7 è una Direttiva in materia fiscale dell’Unione europea che impone alle piattaforme online di comunicare alle autorità fiscali locali le informazioni riguardanti le vendite e i guadagni degli utenti.

È un provvedimento che nasce con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale. Difatti i gestori diventeranno una sorta di “collaboratori fiscali”.

Questa nuova disposizione è entrata in vigore il 01/01/2023. La comunicazione è da presentare ogni anno. La prima scade il 31/01/2024, con riferimento all’anno civile 2023.

Soggetti obbligati

L’obbligo di compilare il formulario DAC7 sorge quando:

  • Si sono concluse 30 o più vendite in un anno;
  • Si sono guadagnati più di 2.000 € con le vendite sul sito di Vinted in un anno.

Una volta soddisfatte tali condizioni, sarà lo stesso Vinted ad inviare il formulario all’utente, richiedendo di fornire tutte le informazioni fiscali e confermare i dettagli anagrafici.

Conseguenze

L’eventuale comunicazione non implica automaticamente che il contribuente debba assoggettare a tassazione quanto ricavato dalla vendita di abiti usati.

Infatti è necessario fare riferimento alle regole fiscali del proprio Paese. Nella fattispecie, in Italia le vendite occasionali e senza organizzazione non sono assoggettate a tassazione. Diversamente, se le vendite sono abituali, ancorché l’attività non sia esclusiva, e ci si avvale di una struttura organizzata per lo svolgimento dell’attività, sarà necessario aprire la partita iva.

Quindi, se occasionalmente capita di vendere qualche capo su Vinted, non si ha alcun obbligo fiscale. Se al contrario si vendono molte cose e abitualmente, questa configurerà attività economica e sarà soggetta a una serie di obblighi dichiarativi e fiscali.