La chiusura della Partita Iva e le fatture da incassare

I contribuenti che adottano il regime forfetario o il regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile calcolano le imposte da versare prendendo a riferimento il reddito incassato nel periodo d’imposta di riferimento, ovvero applicando il c.d. principio di cassa.

Talvolta capita che il soggetto decida di cessare l’attività nonostante non abbia ancora incassato tutte le fatture emesse o non abbia pagato tutte le fatture ricevute.

Inizialmente ciò non era possibile, in quanto per il fisco era necessario conservare la partita iva fino all’incasso dell’ultima fattura, con conseguente aggravio di costi.

Nel corso degli anni l’Agenzia delle Entrate ha modificato la propria posizione in un’ottica di semplificazione, permettendo al soggetto di scegliere una tra le seguenti opzioni:

  1. attendere l’incasso dei crediti, e solo dopo chiudere la partita Iva;
  2. cessare l’attività prima dell’effettiva manifestazione finanziaria, con la possibilità di imputare all’ultimo anno di attività anche tali importi e in deroga al principio di cassa. In tal caso la tassazione è quella tipica del regime forfetario ovvero del regime dei minimi;
  3. cessare l’attività prima dell’effettiva manifestazione finanziaria, e portare a tassazione i redditi fatturati nell’ultimo anno e non incassati nello stesso, solo nella dichiarazione dei redditi relativa all’esercizio di effettivo incasso. In tal caso, i redditi sono percepiti in un periodo in cui il contribuenti non esercita più la sua attività professionale in maniera abituale, e pertanto sono da considerarsi redditi diversi e da tassare come tali.