Il controllo di direzione, online e non solo

Il mondo online lavora con marginalità e strutture completamente differenti da quelle tradizionali, entrambe richiedono ormai periodiche analisi sui risultati aziendali. 

Solitamente l’online è caratterizzato da meno costi fissi ma molti più variabili, eterogeneità di prodotti a catalogo sui quali interrogarsi e costi di spedizione con n variabili da considerare.

A questo si aggiunge la diffusissima convinzione, spesso errata, di dover per forza avere un ufficio vendite che carichi e aggiorni le proprie vetrine in rete ogni giorno, o che sia possibile vendere in qualsiasi caso, sia che i prodotti siano propri che di terzi, sia che i competitors li vendano al prezzo di listino, al prezzo al dettaglio o all’ingrosso indifferentemente.

Nell’online non c’è spazio per tutti. E ormai anche nell’off line, perché è pesantemente influenzato dalla rete.

L’online insegna tre cose molto importante all’off line: 

  • non si può voler vendere tutto;
  • non si può investire su ciò che poi non può essere sotto il tuo controllo o capacità di correggerlo;
  • non si può attendere risultati se non si ha una chiara identità aziendale.

In questi aspetti l’off line dovrebbe imparare molto dall’online (performante).

Mi ero approcciato con queste premesse al controllo di direzione, alcuni anni orsono, e sempre più nelle mie attività in azienda a diretto contatto con gli imprenditori capisco come il controllo di direzione sia il termometro aziendale imprescindibile per ogni azienda e non solo delle attività online.

In tutte le attività economiche di piccole dimensioni il controllo di direzione è imprescindibile (quelle grandi hanno intere aree specializzate dedicate).

In tutte le piccole aziende l’imprenditore è spesso un visionario che conosce benissimo il prodotto o servizio che vende, chi lo vende oltre a lui, a che prezzo.

Ma se gli chiedi il ricarico medio con cui lavora o la marginalità effettiva delle sue vendite non lo sa.

Sa che ha tanti costi ma non sa quanti dovrebbe averne per guadagnare ciò che lo soddisferebbe.

Sa che ha debiti o problemi di cassa, ma non sa se continuando così potrà pagarli, ma continua ugualmente a farlo.

L’imprenditore sa che ha investito molto, ma non sa quanto pesano i suoi investimenti passati sui prezzi di vendita che sarebbe costretto a fare oggi per ripagarli. 

E’ spesso legato più all’intuito che alla ragione, che sappiamo essere entrambi aspetti premianti nell’economia e nell’equilibrio di un’azienda, e perciò da mettere in correlazione.

Il commercialista quindi, nell’on line, ma non solo, non deve e non vuole più essere un interlocutore utile al solo fine di ottemperare agli obblighi del Legislatore o del Fisco, ma supporto e consulente di direzione per prendere decisioni coerenti, misurate, per avere sotto controllo la propria attività ed il proprio progetto, potendosi concentrare più liberamente sul proprio intuito.

Potendo invertire la rotta al bisogno essendo padroni del timone della propria azienda.