Conciliazione vita lavorativa e familiare: la direttiva approda nell’ordinamento italiano

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del decreto legislativo che mira a recepire la Direttiva 2019/1158 relativa al bilanciamento tra le condizioni di vita familiare e le attività professionali.

Nell’ introdurre tali decreti il legislatore italiano si è posto come obiettivo principale quello di implementare la conciliazione tra periodi di vita lavorativa e periodi di vita familiare in modo tale da ottenere sempre di più una maggiore parità tra uomo e donna sia nel lavoro che nella conduzione familiare.

Una delle novità più importanti è quella che ha per oggetto la possibilità per il padre di fruire del congedo obbligatorio, che è pari a 10 giorni, non più circoscritto ai cinque mesi successivi al parto ma viene estesa la possibilità del godimento anche nei due mesi antecedenti.  Il congedo di paternità è una tutela che permette di implementare il coinvolgimento del padre nella cura e attenzione alla famiglia ed è retribuito al 100%.

I datori di lavoro che stipulano accordi per lo svolgimento della prestazione in modalità smart working devono dare priorità alle richieste che pervengono da lavoratrici e lavoratori padri con figli fino a dodici anni di età. Devono beneficiare di tale priorità anche i genitori con figli in condizioni di disabilità senza alcun limite di età. I datori di lavoro a cui si fa riferimento sono sia quelli pubblici che quelli privati.

Altra novità riguarda la durata complessiva del congedo parentale per famiglie monoparentali  che passa dai 10 a 11 mesi. Tale prolungamento è stato fatto nell’ottica di aumentare la tutela dei nuclei con un solo genitore.

Il congedo parentale passa inoltre dai 6 ai 9 mesi mantenendo fermi i periodi fruibili da ciascun genitore.

I periodi di godimento del congedo sono così distribuiti:

  • 3 mesi non trasferibili per ciascuno dei genitori;
  • 3 mesi da godere alternativamente tra loro.