Aumenta la trasparenza nei contratti di lavoro : burocrazia o avanguardia?

Entro il prossimo 1° agosto 2022 l’Italia dovrà recepire la Direttiva UE 2019/1152 sulla trasparenza che prevede l’obbligo del datore di dare ai dipendenti informazioni dettagliate su molteplici aspetti del rapporto di lavoro al momento della stipula del contratto.

Il 31 marzo 2022 è stata approvata la bozza del Decreto legislativo di recepimento della Direttiva, che stabilisce come obiettivo quello di implementare la trasparenza sulle informazioni inerenti alle condizioni e alle caratteristiche del rapporto al momento dell’assunzione del lavoratore.

A differenza della normativa vigente, risalente al 1997 con il Decreto legislativo n.152, la bozza del Decreto legislativo che dovrà recepire la Direttiva UE contempla un aggravamento degli obblighi informativi posti a carico del datore di lavoro.

La Direttiva all’art.1 comma 1 prevede la possibilità di assicurare la conoscenza delle informazioni a tutti coloro che abbiano un rapporto in essere nei vari Stati dell’Unione Europea.

Da tale articolo si desume l’applicabilità della nuova disciplina a una platea di lavoratori molto ampia. Infatti, sono contemplati non solo tutti i rapporti di lavoro subordinato, senza fare alcuna distinzione in merito alla durata, ma anche i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, i rapporti di lavoro in somministrazione e quelli di lavoro domestico.

Sono invece esclusi dall’ambito di applicazione i rapporti di lavoro autonomo.

Ma ora arriviamo al punto cruciale della questione: quali sono le informazioni che il datore deve dare al momento dell’assunzione?

In linea di principio oltre alle informazioni sulla durata, sulla tipologia contrattuale, sul contratto collettivo nazionale che viene applicato in azienda, sul periodo di prova nei casi previsti e sull’orario di lavoro, il datore di lavoro dovrà fornire ulteriori ragguagli sul diritto alla formazione del dipendente qualora sia previsto, sulla retribuzione e sulle modalità di esecuzione della prestazione.

Da tutto ciò si può facilmente desumere come tutti questi ulteriori vincoli non faranno altro che implementare la burocratizzazione e aumentare i tempi per la stesura dei contratti di lavoro.